Abbiamo sollevato la toque a Luciano Solazzo: esigente, disciplinato, creativo

Credits: https://www.italiaatavola.net/
di Carla Latini 10 maggio 2025 | 12:21

Luciano Solazzo ha costruito la sua carriera tra Francia, Spagna e Giappone, specializzandosi nella cucina nipponica. Oggi è sushi chef al ristorante Sansei di Lavello (Pz) dove porta la sua esperienza internazionale
Luciano Solazzo è nato il 22/03/1986 a Melfi (Pz), in Basilicata. Ha vissuto la sua infanzia a Barile, un piccolo borgo ai piedi del Monte Vulture. Fin da piccolo ha imparato a cucinare con la madre: dolci tipici, pasta fatta in casa la domenica e le ricette della tradizione lucana.
Dopo il diploma alla scuola alberghiera di Melfi, decide di lasciare la sua terra per lavorare all’estero. Insieme a un amico affronta una nuova esperienza formativa iniziando nelle cucine della Costa Azul in Francia, per poi trasferirsi in Spagna, lavorando a Madrid, Valencia e infine Barcellona, per un totale di 11 anni.
La scoperta della cucina giapponese
È a Barcellona che frequenta un corso di sushi con una chef giapponese che gli trasmette le basi e la passione per questa cucina. La sua prima esperienza nella cucina giapponese avviene in un ristorante tradizionale nipponico, dove è l’unico italiano e impara le tecniche fondamentali. Successivamente si specializza nello Shunka, un ristorante stellato giapponese/fusion, dove affina la tecnica del taglio sashimi, la creazione di nigiri e la padronanza della cucina orientale.

Le esperienze di alto livello e il ritorno in Italia
Successivamente, lavora all’hotel 5 stelle lusso “1890” sulla Rambla di Barcellona, dove gestisce il ristorante giapponese e fusion. Nel 2021, durante la pandemia da COVID-19, torna in Italia per un periodo di pausa. Riceve però la chiamata dello chef stellato Donato De Leonardis, che lo invita a collaborare per l’apertura del ristorante giapponese Sansei, all’interno del Borgo San Barbato, un resort 5 stelle lusso a Lavello (Pz), in Basilicata. Accetta con entusiasmo e oggi è il Sushi chef della struttura, riportando a casa tutta l’esperienza acquisita all’estero.


Botta e risposta con Luciano Solazzo
Da bambino cosa sognavi di diventare?
Da bambino sognavo essere un grande chef

Il primo sapore che ti ricordi?
I limoni della costiera amalfitana lo “sfusato amalfitano” che mia madre utilizzava per fare il limoncello

Qual è il senso più importante?
Sicuramente il tatto. Da bambino adoravo osservare gli altri chef come maneggiavano il cibo

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato?
Il ramen tradizionale, o lavorare cucinare e sfilettare il fugu (pesce palla), per la sua pericolosità per la salute, che richiede grande esperienza e conoscenza della materia prima

Come hai speso il primo stipendio?
Comprai la mia prima valigetta a Barcellona con i primi due coltelli, un pela patate e un microplane

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Un buon piatto di spaghetti al pomodoro, un buon risotto, un ottimo sushi!

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Adoro la frutta esotica, perciò non manca mai!

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Un buon dessert per consolarmi dopo una impegnativa giornata lavorativa

Che rapporto hai con le tecnologie?
Adoro la tecnologia, pertanto cerco di essere informato e di informarmi sulle ultime tendenze

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Senza ombra di dubbio pasta piselli e patate

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
La mia famiglia, la cosa più importante che ho.

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Le foto di Sebastian Salgado, per le ispirazioni e le contaminazioni. Riesce a raccontare attraverso la fotografia le sue esperienze e così vorrei che fosse per la mia cucina, raccontare il mio vissuto attraverso i piatti!

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
Leggerezza di Max Gazzé

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